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Fondo Benito Canever


Benito Canever (1925 – fine anni Novanta) è stato un operaio qualificato presso l’Italsider di Porto Marghera. La sua esperienza in fabbrica è stata contraddistinta da una impegnata attività di rappresentanza, egli infatti ha ricoperto dei ruoli di spicco prima nelle Commissioni interne e successivamente nel Consiglio di Fabbrica; parallelamente Canever ha coltivato anche l’impegno sindacale guadagnando una posizione nel Direttivo provinciale della FIOM. A coronamento della sua carriera, infine, è stato eletto consigliere nella Provincia di Venezia figurando nelle liste del Partito Comunista Italiano, restando in carica per la durata di un singolo mandato.
Grazie ai suoi impegni nelle dinamiche di fabbrica, sindacali e politiche, nel corso degli anni Benito Canever ha potuto arricchire il proprio archivio con moltissimi documenti originali di vario genere relativi all’area veneziana e non solo. In primo luogo, fra le carte da lui conservate è possibile trovare una parte dei documenti prodotti dagli anni Quaranta in poi dalla Commissione interna dell’Ilva di Porto Marghera (poi diventata Italsider dal 1961) fra cui avvisi, circolari, verbali delle riunioni, indizioni di scioperi, documenti sindacali ed altro materiale che permette di contribuire alla ricostruzione dell’ambiente lavorativo del tempo e del movimento operaio presso lo stabilimento industriale in questione.
Una nutrita parte dei documenti presenti, poi, sono risalenti al periodo a cavallo fra la fine degli anni Sessanta e soprattutto la prima parte degli anni Settanta. Si tratta di una fase di grande fermento per le fabbriche italiane che attraversano prima la stagione del Sessantotto e poi l’emanazione dello Statuto dei lavoratori, due momenti fondamentali. Canever grazie alla sua posizione ha avuto modo di vivere questo periodo in prima linea e pertanto i documenti da lui raccolti in quegli anni sono uno specchio dei grandi mutamenti che il mondo operaio ha attraversato. Si tratta dunque di carte legate soprattutto al Consiglio di fabbrica dell’Italsider, organo affermatosi proprio in quel periodo, e al mondo sindacale FIOM locale e non solo.
È possibile trovare infatti vari documenti relativi agli scioperi, volantini, moduli e manifesti; documenti riguardanti le battaglie salariali e il tema della salute dei lavoratori, un tema emerso con prepotenza proprio in quegli anni. E ancora: pubblicazioni e numeri di periodici sindacali, documenti riguardanti la definizione dell’inquadramento degli operai e dei livelli, interventi, convocazioni delle assemblee, circolari e molte altre carte simili che testimoniano la quotidianità della vita di fabbrica. Fra gli elementi più interessanti spiccano i verbali dei Consigli di fabbrica attraverso i quali è possibile addentrarsi nelle questioni di volta in volta dibattute dai lavoratori dentro l’Italsider e comprendere il clima del tempo. Molti dei verbali in questione sono stati scritti a mano dallo stesso Canever su block-notes contenenti anche vari appunti personali.
In virtù della posizione ricoperta dal soggetto produttore in ambito sindacale, i documenti presenti nel fondo non riguardano esclusivamente l’Italsider e l’area veneziana, egli infatti agì come punto di raccordo fra interno ed esterno e di conseguenza sono presenti documenti relativi ad altre realtà industriali (come SAVA, IOR, Azotati ecc.), atti di convegni sindacali e altro ancora. Parallelamente, l’esperienza politica arricchisce il fondo di documenti legati a questa attività, guardata dalla prospettiva del partito di appartenenza.
In generale, il fondo Canever può dare un contributo importante per l’approfondimento della pagina di storia operaia, sindacale e politica scritta presso l’Italsider di Porto Marghera in quanto il soggetto produttore ha avuto un ruolo attivo e molto impegnato nelle tappe dell’evoluzione del sindacalismo e della storia del lavoro operaio in area veneziana.
L’archivio di Canever è stato versato all’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea dall’Istituto Gramsci veneto nel 1998, qualche anno prima che quest’ultimo cessasse la propria attività. Successivamente Cesco Chinello ha avviato un progetto di riordino del fondo basandosi su un criterio cronologico che però non ha potuto portare a conclusione. Lo stato di work in progress nel quale si trovava il fondo ha reso necessario un successivo intervento che l’ha portato all’ordinamento attuale. Alla luce dell’azione di Chinello non è stato possibile risalire all’ordine coevo dei documenti e, non volendo manomettere ulteriormente l’ordinamento delle carte, si è scelto di procedere integrando al criterio cronologico adottato da Chinello un criterio tematico, cercando dunque attraverso questo sistema ibrido di mediare fra l’esigenza di rendere il fondo di facile e immediata consultazione e la preservazione per quanto possibile della fascicolazione attribuibile al soggetto produttore, dove è stato possibile individuarla.
In seguito a quest’ultimo intervento il fondo risulta composto di 12 buste intese come unità archivistiche, composte a loro volta di 49 fascicoli, contenuti in 15 faldoni. Il contenuto di ciascun fascicolo è descritto in una schedatura analitica, approntata per le operazioni di riordino, che consente una più agevole consultazione delle carte.

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