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Fondo Silvio Stringari


Silvio Stringari [Sandrigo (Vi), 1876 – Venezia, 1961] fu un repubblicano antifascista, esiliato prima in Argentina e poi in Svizzera. Dal 1904 al 1926, anno del suo esilio, è stato redattore de “Il Gazzettino” di Venezia, presso il quale si è contraddistinto per alcune pubblicazioni di netto carattere anticlericale, in contrasto con lo stile più conservatore e reazionario del quotidiano veneziano. Durante la sua vita professionale a Venezia e successivamente a Buenos Aires e a Ginevra, Stringari si dimostrò un oratore ed uno scrittore prolifico e poliedrico. Affrontò nelle sue opere e nelle sue conferenze argomenti di carattere meramente politico, apertamente inneggiando agli ideali mazziniani di libertà e giustizia sociale. Affascina dei suoi scritti la capacità di trattare argomenti, quasi trasformandosi in un antropologo sociale, che riguardano la storia di una Venezia meno nota, come il significato del carnevale per i veneziani, la festa del bocolo, i colombi a Venezia. Con struggimento e melanconia descrisse caratteri e temi della venezianità ad altri italiani, come lui rifugiati politici, con i quali spesso discusse animatamente la sua posizione politica che lo ha visto caldeggiare la partecipazione italiana al primo conflitto mondiale. Amico fraterno di Nazario Sauro di cui fu anche esecutore testamentario, Stringari rimase sempre fedele al suo ideale di nazione repubblicana, rientrando in patria solo dopo il 1945. Ritornò a Venezia dove rimarrà fino al 1961, anno della sua morte.
Il piccolo fondo, donato all’Istituto nel 2001 e che va a coadiuvare materiale presente all’Archivio di Stato di Venezia e al Casellario Politico Centrale, si caratterizza per una miscellanea raccolta di opuscoli, ritagli di giornale, dattiloscritti e manoscritti dello stesso Stringari, nonché di note della Questura di Venezia che attentamente monitorava l’operato di Stringari.
Di rara bellezza quasi poetica sono l’epistolario, purtroppo frammentario, tra Silvio Stringari, rifugiato politico, e la moglie Emilia, rimasta a Venezia, mentre di grande valore storico sono alcuni scritti di Stringari su temi decisamente contemporanei quali l’abolizione della pena di morte. Convinto e lucido abolizionista, Stringari fu anche un sostenitore della cremazione e degli ideali di fratellanza che sostengono le società di muto soccorso, temi questi che lo avvicinavano ideologicamente alla Massoneria, verso la quale lui stesso si dichiarò ‘ossequioso seguace’.
Il fondo, ordinato e descritto dai genitori “adottivi” Dino Doni e Nicoletta Policek, è consultabile; l’inventario è stato informatizzato ed è consultabile in sede.

 

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