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Fondo De Fanti – Bortoluzzi


I coniugi veneziani Giuseppe Bortoluzzi (detto Bepi, nato a Venezia il 16 settembre 1892, morto il 9 luglio 1973) e Maria De Fanti (nata a Venezia il 17 gennaio 1902, morta all’età di 83 anni nel 1985, nel mese di febbraio o marzo), secondo le testimonianze raccolte dallo storico torinese Diego Giachetti, aderirono prestissimo all’organizzazione giovanile veneziana del Partito socialista, ma sin dal 1921, l’anno della scissione di Livorno, furono tra gli iscritti del neonato Partito comunista d’Italia. Già attivi nelle battaglie in favore dei diritti del proletariato veneziano durante il biennio rosso, negli anni del regime fascista continuarono ad operare nei nuclei clandestini del PCdI – Maria, in particolare, nelle file del Soccorso rosso italiano – subendo, per tale attività, continue persecuzioni e violenze: Giuseppe venne arrestato e ammonito a più riprese nel corso degli anni ’20 anche per “complotto ai danni dello Stato”; infine furono fermati insieme nel giugno del 1938 per aver distribuito volantini contro la visita di Hitler in Italia, quindi condannati a cinque anni di confino, che trascorsero prima a Ponza, poi nelle isole Tremiti. Qui conobbero importanti personalità dell’antifascismo quali Sandro Pertini e Umberto Terracini; entrarono in contatto anche con Nicola Di Bartolomeo, futuro fondatore del POC (Partito operaio comunista), e per suo tramite si avvicinarono alla IV internazionale, fondata nel 1938, condividendone l’interpretazione trotskista data al comunismo, ripudiando la deriva antidemocratica e burocratizzante presa dall’Unione sovietica. Per questa loro “dissidenza di sinistra”, come ricorda Livio Maitan, subirono “persecuzioni sistematiche” da parte dei loro stessi compagni di partito, fino all’espulsione nel 1939 in seguito a critiche espresse nei confronti del patto Ribbentropp-Molotov tra la Germania di Hitler e l’Unione sovietica di Stalin. Rientrarono in Italia nel dicembre del 1942, in occasione del ventennale della marcia su Roma, in regime di libertà condizionata e fortemente segnati, nel corpo e nello spirito, dall’esperienza del confino. Terminata la guerra, Giuseppe e Maria militarono nel POC, quindi nei GCR (Gruppi rivoluzionari comunisti) guidati da Livio Maitan, attestandosi su posizioni nettamente trotskiste e antistaliniste, in netta opposizione rispetto alla linea ufficiale del Partito comunista italiano di allora. Nonostante condizioni economiche precarie continuarono fino alla fine a sostenere l’organizzazione cui avevano aderito.
Il piccolo complesso archivistico conservato dall’Iveser, e qui denominato Carte De Fanti-Bortoluzzi per via della sostanziale inscindibilità dei suoi produttori, testimonia, seppur in modo molto lacunoso, le vicissitudini vissute dai due coniugi. Le carte raccolte sono state affidate dalla stessa Maria De Fanti ad Annamaria Sonego, figlia di Claudio, il quale diede loro asilo e lavoro negli anni delle persecuzioni fasciste; i figli di Annamaria, dopo la scomparsa della madre, grazie all’interessamento di Carlo Battain, nell’aprile 2016 decisero di donarle all’Istituto, consapevoli della particolarità del ruolo svolto dai due nella storia dell’antifascismo veneziano.
Le Carte De Fanti-Bortoluzzi sono state riordinate in tre piccole serie documentarie (Corrispondenza, Documentazione personale, Carte diverse) da Vito Corposanto, amico di Maria De Fanti e suo compagno di militanza politica, autore anche dell’inventariazione (disponibile in sede in formato digitale):
1. Corrispondenza
1. Corrispondenza con privati
2. Corrispondenza con enti
2. Documentazione personale
1. Documentazione medica varia
3. Carte diverse
1. Contenzioso con l’ANPPIA (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti)
2. Tessere
3. Fotografie
4. Altre
Scarica l’inventario De Fanti – Bortoluzzi
Compilatore: Alessandro Ruzzon grazie ai contributi di Carlo Battain e Vito Corposanto (2017)
Nota bibliografica:

F. Andreucci e T. Detti, “Il movimento operaio italiano – dizionario biografico”, Roma, Editori riuniti, 1976; L. Maitan, La strada percorsa, dalla Resistenza ai nuovi movimenti: lettura critica e scelte alternative, Massari, Bolsena, 2002; “Bandiera rossa”, bollettino di informazione della IV internazionale in Italia, numeri del 15 settembre 1973 e del 13 marzo 1985; Antifascisti nel Casellario Politico Centrale, Quaderni dell’ANPPIA, Roma, 1990, voll. 4 e 7.

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