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Fondo Obiettori di coscienza – Carte Franco Rigosi


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Nel dicembre del 2014 l’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, sostenuto, tra gli altri, da don Albino Bizzotto, Franco Rigosi e Alberto Trevisan, promuove un ampio progetto di raccolta di fonti documentarie sull’obiezione di coscienza tra gli anni ’60 e gli anni ’90 del ‘900, articolato in più fasi e concentrato sui molti fronti della produzione documentaria – documentazione cartacea, fotografica, iconografica, con, in più, interviste audio e video – al fine di scongiurare la dispersione delle fonti di studio di questa pagina importante della storia della conquista dei diritti civili in Italia, particolarmente in area veneziana.
Primo tassello della creazione di un Fondo Obiettori di coscienza presso l’Iveser (da intendersi come raccolta comprendente le categorie documentarie citate e legate dalla comune materia trattata) sono state le carte donate da Franco Rigosi, avvenuta in concomitanza con la presentazione del progetto.
Nato a Bologna nel 1948, Franco Rigosi si laurea a Padova nel 1972 in ingegneria chimica con specializzazione in ecologia umana; impegnato nelle lotte per i diritti civili sin dal ’68, nel 1974, due anni dopo l’approvazione della legge che riconosce giuridicamente l’obiezione di coscienza, è nel blocco dei primi 30 obiettori: viene “distaccato” a Vicenza, presso il patronato sindacale, dove per 26 mesi svolgerà il suo servizio civile. Qui fonda il Coordinamento nazionale obiettori di coscienza e il Collettivo obiettori di coscienza in servizio a Vicenza con il quale svolge molteplici attività, tutte di supporto ai lavoratori delle fabbriche, soprattutto i metalmeccanici della FLM (Federazione lavoratori metalmeccanici) unitaria di Vicenza (CGIL-CISL-UIL): corsi di formazione, partecipazione alle vertenze aziendali per la difesa della salute in fabbrica e alle lotte per la nascita del Consorzio pubblico per la medicina preventiva del lavoro (prodromo degli attuali Spisal), nonché aiuto nella compilazione delle pratiche per la denuncia dei redditi. L’esperienza lo segna in modo indelebile: una volta terminata infatti continuerà la collaborazione con la LOC (Lega obiettori di coscienza) prima a Vicenza, poi a Mestre, dove vive dal 1984; anche la sua attività professionale – e politica – è tutta rivolta ai temi della salvaguardia ambientale e della salute sul luogo di lavoro prima nelle ULSS di Vicenza e Venezia, poi, fino alla pensione, nel dipartimento dell’ARPAV di Venezia. Consigliere provinciale a Venezia dal 1990 al 1995, è tra i fondatori della Fondazione Gabriele Bortolozzo, e dagli anni ’90 è attivo nella lotta per una riconversione “non tossica” di Porto Marghera, per il NO alle grandi navi e al Mose.
Il piccolo fondo documentario privato donato all’Iveser riguarda parte dell’esperienza vissuta negli anni del Servizio civile, in particolare le lotte combattute assieme al Collettivo di Vicenza e al Coordinamento regionale veneto per il riconoscimento dei diritti degli obiettori di coscienza. Tra le carte, riordinate una volta giunte in Istituto, si possono trovare soprattutto relazioni e notiziari sul Servizio civile in Italia ciclostilate della LOC, materiale di propaganda pro obiettori di coscienza, dichiarazioni collettive di obiezione di coscienza, fotocopie della legge n° 772 del 15 dicembre 1972 dalla Gazzetta ufficiale, verbali di riunioni del Coordinamento antimilitarista del Triveneto, guide all’obiezione di coscienza, riviste, articoli di giornali e nomi e indirizzi dei primi obiettori. Questi i fascicoli formati in seguito al riordino:
  1. Documenti vari (prodotti dalla LOC e non) sul servizio civile in Italia
  2. Volantini di manifestazioni e scioperi pro obiezione di coscienza
  3. Documenti vari (prodotti dal Collettivo obiettori di coscienza dell’ITAL-UIL di Vicenza) sul servizio civile a Vicenza
  4. Stampa varia sul servizio civile in Italia

Nota bibliografica: G. Maistrello, Un sparaso differente, a cura di G. Pupillo e G. Traverso, ISTREVI – Centro Studi Berici, Vicenza 2011.

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