29 gennaio 2009, Centro culturale Candiani, Mestre, ore 17.00
Presentazione della guida
I luoghi della libertà. Itinerari della guerra e della Resistenza in provincia di Venezia, a cura di Marco Borghi, Provincia di Venezia-Iveser (Portogruaro Nuovadimensione) 2009
Interverranno
Davide Zoggia, Presidente della Provincia di Venezia
Andrea Ferrazzi, Assessore all’Educazione e Vicepresidente della Provincia di Venezia
Mario Isnenghi, Presidente Iveser – Università di Ca’ Foscari
Marco Borghi, Direttore Iveser
Maria Teresa Sega, Condirettore Iveser e responsabili progetti didattici
Vinicio Morini, partigiano
Modera
Edoardo Pittalis, giornalista e scrittore
Un lungo percorso fra i luoghi muti delle nostre città, dei paesi, delle periferie della provincia veneziana. Luoghi attraversati centinaia di volte, ma che hanno bisogno di essere raccontati per poter parlare. Nascondono le piccole storie fra le pieghe della Storia, i protagonisti minori dei racconti; le vite vissute, e a volte perse, di quei personaggi che hanno dovuto fare i conti con la guerra, con il nazifascismo, con i movimenti della Resistenza.
L’insolita guida voluta dall’assessorato all’Educazione della Provincia di Venezia – edita Nuovamedia (168 pagine) – è curata dal direttore dell’Istituto veneziano per la Storia della Resistenza Marco Borghi e si avvale della competenza di decine di ricercatori che, fra documenti e testimonianze dirette, raccontano 14 itinerari per otto aree della provincia veneziana che percorrono tutto quel che sta in mezzo fra l’Adige e il Tagliamento, fra Cavarzere e Portogruaro. Quel che successe a Mestre, sui campi a Venezia, a Marghera e Chioggia. A San Donà di Piave e nelle campagne del Mirese. Ecco allora chi furono Mariano, Ortensia ed Ennio Baldin, chi fu Sebastiano “Bastiàn” Favaro, chi Ermes Parolini. Chi “el venezian” Erminio Ferretto, di cui tutti conoscono il nome ma pochi cosa fece e perché la maggiore piazza di Mestre porta il suo nome.
“Non è un’operazione nostalgica e non interessa a nessuno ricordare quel che è stato solo perché è stato – spiega Andrea Ferrazzi, vicepresidente, assessore provinciale all’Educazione -. Bisogna far capire, soprattutto ai più giovani, che la democrazia di cui si godono i frutti non è calata dal cielo. Arriva da tutti quegli uomini, da quei ragazzi che in quegli anni rischiarono o persero la vita per poter dare a noi un vivere migliore. Il valore della Memoria sta proprio nel guardare indietro per andare avanti, ed è la memoria il collante che tiene unita una comunità.
Questi itinerari, fortemente voluti anche dalla Provincia di Venezia, in collaborazione con l’Istituto Veneziano per la storia della Resistenza e dellla socieà contemporanea, sono un mezzo molto efficace per alimentare questo ricordo perché mantengono in vita i luoghi dove eventi drammatici sono avvenuti. Località, edifici, spazi che decine di migliaia di ragazzi del nostro territorio rischiano di attraversare ogni giorno nella totale inconsapevolezza di ciò che su questi è stato”, conclude Ferrazzi.
Il progetto della guida agli itinerari della Resistenza è dunque un progetto iniziato tre anni fa e che servirà ai ragazzi delle scuole come un ipertesto, nel quale la Storia, soprattutto quella dei nostri territori, si imparerà attraverso l’esperienza. Il testo, oltre che alle biblioteche civiche, sarà donato anche alle scuole della Provincia e costituirà una proposta didattica di alto livello.
L’insolita guida voluta dall’assessorato all’Educazione della Provincia di Venezia – edita Nuovamedia (168 pagine) – è curata dal direttore dell’Istituto veneziano per la Storia della Resistenza Marco Borghi e si avvale della competenza di decine di ricercatori che, fra documenti e testimonianze dirette, raccontano 14 itinerari per otto aree della provincia veneziana che percorrono tutto quel che sta in mezzo fra l’Adige e il Tagliamento, fra Cavarzere e Portogruaro. Quel che successe a Mestre, sui campi a Venezia, a Marghera e Chioggia. A San Donà di Piave e nelle campagne del Mirese. Ecco allora chi furono Mariano, Ortensia ed Ennio Baldin, chi fu Sebastiano “Bastiàn” Favaro, chi Ermes Parolini. Chi “el venezian” Erminio Ferretto, di cui tutti conoscono il nome ma pochi cosa fece e perché la maggiore piazza di Mestre porta il suo nome.
“Non è un’operazione nostalgica e non interessa a nessuno ricordare quel che è stato solo perché è stato – spiega Andrea Ferrazzi, vicepresidente, assessore provinciale all’Educazione -. Bisogna far capire, soprattutto ai più giovani, che la democrazia di cui si godono i frutti non è calata dal cielo. Arriva da tutti quegli uomini, da quei ragazzi che in quegli anni rischiarono o persero la vita per poter dare a noi un vivere migliore. Il valore della Memoria sta proprio nel guardare indietro per andare avanti, ed è la memoria il collante che tiene unita una comunità.
Questi itinerari, fortemente voluti anche dalla Provincia di Venezia, in collaborazione con l’Istituto Veneziano per la storia della Resistenza e dellla socieà contemporanea, sono un mezzo molto efficace per alimentare questo ricordo perché mantengono in vita i luoghi dove eventi drammatici sono avvenuti. Località, edifici, spazi che decine di migliaia di ragazzi del nostro territorio rischiano di attraversare ogni giorno nella totale inconsapevolezza di ciò che su questi è stato”, conclude Ferrazzi.
Il progetto della guida agli itinerari della Resistenza è dunque un progetto iniziato tre anni fa e che servirà ai ragazzi delle scuole come un ipertesto, nel quale la Storia, soprattutto quella dei nostri territori, si imparerà attraverso l’esperienza. Il testo, oltre che alle biblioteche civiche, sarà donato anche alle scuole della Provincia e costituirà una proposta didattica di alto livello.