Napolitano: «Omaggio alle donne partigiane» «La nostra libertà viene da quei lunghi mesi di lotta ai nazifascisti e segnò l’inizio del ritorno del Paese alla democrazia» |
Domenica 7 Giugno 2009, |
«Ciao Giorgio tien duro. Anca mi go 82 ani. Ciao compagno!». E poi tante strette di mano, qualche saluto, un sorriso a destra e a sinistra lungo lo stretto Viale dei Giardini Pubblici che porta al monumento alla Partigiana opera di Carlo Scarpa e Augusto Murer. Per il Presidente della Repubblica è stato un piccolo, ma sentitissimo bagno di folla. Solo pochi minuti in riva ai Giardini della Biennale per sottolineare non solo i valori della Resistenza, ma anche e soprattutto il ruolo delle donne nella lotta di Liberazione dai nazifascisti. E a ricordarglielo ci ha pensato la partigiana Franca Trentin, figlia di Silvio, l’illustre giurista, e sorella di Bruno, sindacalista storico della Cgil, scomparso alcuni anni fa. «Sono anch’io un po’ vecchia – ha esordito – e probabilmente anch’io dovrei essere restaurata… Ma sono qui per sottolineare ancora una volta i valori profondi della Resistenza. Il mio è un commosso saluto al Presidente da parte di tutte le organizzazioni e associazioni dei partigiani che qui rappresento. E sono qui anche a nome delle 34 partigiane che vivono in Veneto e che ti salutano con amore e riconoscenza. Mi viene ancora in mente quando nel 1961 i fascisti con una bomba distrussero il primo monumento alla Partigiana e mi ricordo di tutti quei frammenti di porcellana sparsi sulla riva. Ma grazie alla volontà allora come oggi quest’opera è stata ricostruita». Alle parole di Franca Trentin ha immediatamente fatto eco il Presidente: «Cara Franca – ha detto – voglio salutare tutte le combattenti per la libertà che sono riunite qui oggi, che sono numerose e sono in gamba. Anche tu fai la tua parte in modo eccellente. Napolitano ha ricordato inoltre come quest’anno il 25 aprile sia stato celebrato «in un clima di ampia condivisione e nello spirito di un comune, semplice riconoscimento: che la libertà su cui poggiano le nostre istituzioni, la libertà di cui gode nel nostro paese ogni forza politica, sociale, culturale e ogni cittadino, viene da lì». Di quella stagione, ha aggiunto, «furono protagoniste le donne che combatterono sulle montagne e nelle città. A loro oggi rendiamo omaggio con questo splendido monumento. Pochi mesi dopo la liberazione si decretò il riconoscimento alle donne del diritto a votare e ad essere elette. Io penso che fu deciso avendo negli occhi l’immagine di tante partigiane cadute alle quali vogliamo ancora una volta e più che mai rendere onore». Un discorso che ha sottolineato ancora una volta i valori della lotta di liberazione e soprattutto la riconquista dei diritti per tutti. «La nostra libertà viene dai quei lunghi 20 mesi di lotta partigiana e di movimento di liberazione, – ha aggiunto il Capo dello Stato – da quelle giornate di aprile 1945 che segnarono il ritorno dell’Italia sulla linea della pace, dell’indipendenza e della democrazia». Subito dopo il Presidente ha proseguito la sua visita alla Biennale giungendo alle Corderie dell’Arsenale per ammirare il nuovo Padiglione Italia. Qui, sempre seguito dalla consorte Clio, Napolitano ha scambiato alcune parole con gli artisti presenti e dopo un breve giro ha concluso la sua visita tornando all’hotel Bauer per la notte. In serata, infine, cena di gala nella restaurata Ca’ Giustinian, sede della Biennale, con una selettiva lista di partecipanti. All’incontro sono stati invitati a partecipare tutto lo "stato maggiore" della Biennale, gli artisti premiati in giornata e alcuni ospiti illustri. «Il Capo dello Stato – ha detto Baratta al termine della visita all’Arsenale – si è molto divertito e quello che lo ha emozionato tantissimo è stata la gente presente, soprattutto giovani. Ha riconosciuto un senso di vera allegria e so che ama venire alla Biennale sapendo di divertirsi. É senz’altro un amico e sostenitore delle nostre attività. E un’attenzione che ci riempie di grande soddisfazione e orgoglio». Paolo Navarro Dina |