Alba Finzi (Venezia 1923) nel 1938, a causa delle leggi razziali che esclusero dalle scuole pubbliche tutti i giovani di origine ebraica, è obbligata ad abbandonare la sua classe e le sue compagne. Dai primi mesi del 1939 può continuare e terminare il corso dei suoi studi nella scuola secondaria approntata dalla Comunità Ebraica tra grandi difficoltà, in un edificio del centro cittadino.
Alla fine del 1943 si rifugia in Svizzera con il padre e la sorella Lia per sfuggire ai tedeschi che dall’8 settembre occupano da padroni tutta l’Italia centro-settentrionale.
Rientra in Italia nel 1945 e si iscrive alla facoltà di medicina di Padova. Mentre frequenta il terzo anno, viene incaricata di far funzionare, in Ghetto, la Scuola Ebraica, per raccogliere e riportare alla normalità i ragazzi superstiti e sbandati che dopo la Liberazione erano ritornati alle loro case. L’esperienza eccezionale di quegli anni ha influenzato la sua scelta di lasciare medicina per dedicarsi all’insegnamento.
Ha sposato Gianmario Vianello con il quale ha condiviso valori e impegno democratico e antifascista.
Ha collaborato alla stesura dell’Inserto Didattico di “Riforma della Scuola” e ha fatto parte per anni della redazione di quella rivista. Si è occupata dell’insegnamento della Matematica e ha partecipato, in vari seminari, all’elaborazione del programma per l’inserimento dell’insiemistica nella Scuola Primaria. Ha fatto parte del gruppo, ospite della Cittadella di Assisi, che operava per diffondere l’educazione musicale nella scuola. (Seminari estivi rivolti agli insegnanti). Al Magistero dell’Università di Padova, negli anni ottanta, ha fatto parte di un gruppo di ricerca e di verifica sul rinnovamento della Scuola Italiana. Ha insegnato per un decennio al British School. Questa esperienza l’ha portata ad interessarsi e ad approfondire la didattica dell’insegnamento multilingue nella Scuola Primaria.
Socia ed amica dell’Istituto recentemente, assieme a Maria Teresa Sega, aveva dato il suo prezioso contributo per la realizzazione della mostra Ritorno a scuola. L’educazione dei bambini e dei ragazzi ebrei a Venezia tra leggi razziali e dopoguerra.
Alla figlia Sabina, ai nipoti e alla sorella Lia esprimiamo tutto il nostro affetto e vicinanza.
Alla fine del 1943 si rifugia in Svizzera con il padre e la sorella Lia per sfuggire ai tedeschi che dall’8 settembre occupano da padroni tutta l’Italia centro-settentrionale.
Rientra in Italia nel 1945 e si iscrive alla facoltà di medicina di Padova. Mentre frequenta il terzo anno, viene incaricata di far funzionare, in Ghetto, la Scuola Ebraica, per raccogliere e riportare alla normalità i ragazzi superstiti e sbandati che dopo la Liberazione erano ritornati alle loro case. L’esperienza eccezionale di quegli anni ha influenzato la sua scelta di lasciare medicina per dedicarsi all’insegnamento.
Ha sposato Gianmario Vianello con il quale ha condiviso valori e impegno democratico e antifascista.
Ha collaborato alla stesura dell’Inserto Didattico di “Riforma della Scuola” e ha fatto parte per anni della redazione di quella rivista. Si è occupata dell’insegnamento della Matematica e ha partecipato, in vari seminari, all’elaborazione del programma per l’inserimento dell’insiemistica nella Scuola Primaria. Ha fatto parte del gruppo, ospite della Cittadella di Assisi, che operava per diffondere l’educazione musicale nella scuola. (Seminari estivi rivolti agli insegnanti). Al Magistero dell’Università di Padova, negli anni ottanta, ha fatto parte di un gruppo di ricerca e di verifica sul rinnovamento della Scuola Italiana. Ha insegnato per un decennio al British School. Questa esperienza l’ha portata ad interessarsi e ad approfondire la didattica dell’insegnamento multilingue nella Scuola Primaria.
Socia ed amica dell’Istituto recentemente, assieme a Maria Teresa Sega, aveva dato il suo prezioso contributo per la realizzazione della mostra Ritorno a scuola. L’educazione dei bambini e dei ragazzi ebrei a Venezia tra leggi razziali e dopoguerra.
Alla figlia Sabina, ai nipoti e alla sorella Lia esprimiamo tutto il nostro affetto e vicinanza.
La cerimonia di saluto si terrà martedì 15 luglio, ore 11.00, a Villa Hériot
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