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9 febbraio 2015 > Proiezione del documentario “Vedo rosso”

 
Iveser
Liceo Artistico Statale "M. Guggenheim" Venezia
 
 
  
Lunedì 9 febbraio 2015, ore 11.15
Aula Magna Liceo Artistico Statale "M. Guggenheim", Venezia
Proiezione del documentario
Vedo rosso
di Sabrina Benussi
(Italia 2012, 50’)
 
Introduzione di Mario Bonifacio
Partecipazione e presentazione del film Sabrina Benussi                                                                                               

 

 
Sabrina Benussi, rovignese di nascita, insegna storia e filosofia presso il liceo scientifico “G. Oberdan” di Trieste, per formazione e interesse professionale si è dedicata alla ricerca di nuove e originali forme di comunicazione in relazione alla trasmissione di memorie individuali e collettive.
Il documentario, come scrive la stessa Benussi, “nasce dal desiderio, a lungo coltivato, di raccontare una pagina di una storia di/al confine, complessa e misconosciuta nonostante la sua collocazione geografica vicina. In questo progetto si vuole infatti, contribuire a tratteggiare la vita della comunità italiana in Istria negli anni ’70 fino alla morte di Tito nel 1980, in particolare sul vissuto dei bambini e adolescenti della comunità italiana. E’ il loro sguardo che ci riporterà nell’Istria della Jugoslavia, l’Istria rossa del Maresciallo Tito. Il lavoro intende mettere in luce l’interazione tra il progetto di formazione della gioventù socialista messo in atto attraverso gli strumenti dell’educazione, i mass media e la memoria dei soggetti coinvolti, focalizzando l’attenzione su un segmento generazionale ben definito: la generazione nata negli anni ‘60, cioè i figli e/o nipoti dei “rimasti”, ovvero degli italiani che alla fine del secondo conflitto mondiale non intrapresero la strada dell’esodo. Si tratta di persone che vissero gli anni ’70 come bambini, ragazzi, studenti della scuola dell’obbligo, e la cui iniziazione ideologica passava attraverso la formazione dei pionieri, la gioventù socialista fino all’eventuale inquadramento nella Lega dei comunisti. Allo stesso tempo, era la prima generazione ampiamente ‘televisiva’, spettatrice sia delle trasmissioni di Tele Capodistria che delle trasmissioni della Rai.” 
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