Ateneo Veneto
Iveser
Università Ca’ Foscari
con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri
e del Comitato Regionale Veneto per le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra
Bellum in terris
Mandare, andare, essere in guerra
ciclo pluriennale di conferenze a cura di Mario Isnenghi
Mercoledì 21 febbraio 2018
Ateneo Veneto, Aula Magna, ore 17.30
Lezione inaugurale del IV anno – 1918
Mario Isnenghi
Resistere, resistere, resistere
Il 1918, ultimo anno di guerra, si svolge sotto il segno di due grandi avvenimenti internazionali del 1917 che hanno cambiato il corso della guerra e contribuiscono a determinarne l’esito: la rivoluzione vittoriosa in Russia, con la messa in movimento di attese e fermenti rivoluzionari anche su tutti gli altri fronti, fra i popoli e gli eserciti; e l’entrata in campo degli Stati Uniti d’America, ricchi di mezzi, di uomini e – con il presidente Wilson – di una bandiera ideologica: l’autodeterminazione dei popoli. In Italia, durante la prima metà dell’anno, gli Austro-Ungarici rimangono bloccati sulle linee raggiunte a novembre 1917; la guerra ridiventa guerra di posizione; l’esercito italiano, comandato ora da Armando Diaz, si riorganizza; ora si tiene conto di qualcosa che si può chiamare il ‘morale’ delle truppe: più licenze, cambi meglio regolati, forme di assistenza sociale alle famiglie, una serie di misure, parole e cose. A Caporetto non c’è stata la rivoluzione, non c’è stata una rivolta, non c’è stato a rigore neanche uno ’sciopero militare’, ma la classe dirigente agisce come se, dando risposte a ‘Caporetto’. Ora c’è anche il Servizio P, che fa propaganda e cerca di parlare ai cuori, qualche volta anche alle menti. E non per questo, anzi, vengono meno le forme di controllo sociale e di repressione delle forme di dissenso. A metà giugno, gli Austro-Ungarici attaccano di nuovo, non hanno più da mangiare, debbono a tutti i costi sfondare. Ma non ce la fanno. E’ la battaglia che decide le sorti della guerra su questo fronte. A ottobre-novembre le parti si invertono: occorre riprendersi le terre occupate e arrivare a Trieste e a Trento prima che la guerra finisca. Vittorio Veneto è un fatto politico, oltre che militare. L’Impero Asburgico non tiene più insieme i suoi troppi popoli: le rivoluzioni nazionali si sommano alla rivoluzione sociale. E’ il crollo l’Italia ha vinto.
Il ciclo di incontri con Mario Inseghi, professore emerito dell’Università di Ca’ Foscari, riprende e porta avanti l’originale formula inaugurata con l’introduzione del ’14: raccontare a ogni inizio d’anno, in tre successivi incontri, lo stesso anno di cento anni prima. Anche l’ottavo, nono e decimo incontro di Bellum in terris si svolgeranno nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto in campo San Fantin, con la collaborazione di Ca’ Foscari e dell’Istituto Veneziano di storia della Resistenza e della società contemporanea, di cui Isnenghi è presidente.
L’iniziativa si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra e rientra nel programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione – per gli anniversari di interesse nazionale.
Prossimi appuntamenti
28 febbraio 2018 > "Bellum in terris": Sul "fronte interno" e al Piave
7 marzo 2018 > "Bellum in terris": Restituire Caporetto. La corsa verso Trento e Trieste
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