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28 febbraio 2018 > “Bellum in terris”: Sul “fronte interno” e al Piave

Ateneo Veneto
Iveser
Università Ca’ Foscari
con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri
e del Comitato Regionale Veneto per le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra
 
Bellum in terris
Mandare, andare, essere in guerra
ciclo pluriennale di conferenze a cura di Mario Isnenghi
 
Mercoledì 28 febbraio 2018
Ateneo Veneto, Aula Magna, ore 17.30
   
Mario Isnenghi
Sul "fronte interno" e al Piave
 
Il 1918, ultimo anno di guerra, si svolge sotto il segno di due grandi avvenimenti internazionali del 1917 che hanno cambiato il corso della guerra e contribuiscono a determinarne l’esito: la rivoluzione vittoriosa in Russia, con la messa in movimento di attese e fermenti rivoluzionari anche su tutti gli altri fronti, fra i popoli e gli eserciti; e l’entrata in campo degli Stati Uniti d’America,  ricchi di  mezzi,  di uomini e – con il presidente Wilson – di una bandiera ideologica: l’autodeterminazione dei popoli. In Italia, durante la prima metà dell’anno, gli Austro-Ungarici rimangono bloccati sulle linee raggiunte a novembre 1917; la guerra ridiventa guerra di posizione; l’esercito italiano, comandato ora da Armando Diaz, si riorganizza; ora si tiene conto di qualcosa che si può chiamare il ‘morale’ delle truppe: più licenze, cambi meglio regolati, forme di assistenza sociale alle famiglie, una serie di misure, parole e cose. A Caporetto non c’è stata la rivoluzione, non c’è stata una rivolta, non c’è stato a rigore neanche uno ’sciopero militare’, ma la classe dirigente agisce come se, dando risposte a ‘Caporetto’. Ora c’è anche il Servizio P, che fa propaganda e cerca di parlare ai cuori, qualche volta anche alle menti. E non per questo, anzi, vengono meno le forme di controllo sociale e di repressione delle forme di dissenso. A metà giugno, gli Austro-Ungarici attaccano di nuovo, non hanno più da mangiare, debbono a tutti i costi sfondare. Ma non ce la fanno. E’ la battaglia che decide le sorti della guerra su questo fronte. A ottobre-novembre le parti si invertono: occorre riprendersi le terre occupate e arrivare a Trieste e a Trento prima che la guerra finisca. Vittorio Veneto è un fatto politico, oltre che militare. L’Impero Asburgico non tiene più insieme i suoi troppi popoli: le rivoluzioni nazionali si sommano alla rivoluzione sociale. E’ il crollo l’Italia ha vinto.
Il ciclo di incontri con Mario Inseghi, professore emerito dell’Università di Ca’ Foscari, riprende e porta avanti l’originale formula inaugurata con l’introduzione del ’14: raccontare a ogni inizio d’anno, in tre successivi incontri, lo stesso anno di cento anni prima. Anche l’ottavo, nono e decimo incontro di Bellum in terris si svolgeranno nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto in campo San Fantin, con la collaborazione di Ca’ Foscari e dell’Istituto Veneziano di storia della Resistenza e della società contemporanea, di cui Isnenghi è presidente.
 L’iniziativa si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra e rientra nel programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione – per gli anniversari di interesse nazionale.
Prossimi appuntamenti
7 marzo 2018 > "Bellum in terris": Restituire Caporetto. La corsa verso Trento e Trieste 
 
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"Bellum in terris" > programma 2014-1018

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