Giudecca-Zitelle 54/P
Domenica 9 settembre 2018, ore 10.30
Dal buio alla luce
Lia Finzi e Michele Gazich: memoria del futuro, parole e musiche
Negli anni travagliati della crisi della sinistra e della fine del Pci Lia Finzi non ha mai rinunciato all’impegno, agendo nelle associazioni di donne, nell’Anpi, nell’Iveser, nel sindacato pensionati. Soprattutto Lia Finzi è stata e continua ad essere una instancabile militante della memoria, andando nelle classi a spiegare a bambini e ragazzi che cosa sono fascismo razzismo, a partire dalla propria storia. Da questi racconti è nato questo libro.
Michele Gazich: voce, violino, viola
Marco Lamberti: chitarra, bouzouki, seconda voce
Con la partecipazione straordinaria di Gualtiero Bertelli
Racconta Gazich: Ho scritto queste canzoni nell’ottobre 2017. Quel mese ho vissuto, ospite del progetto Waterlines – residenze artistiche e letterarie, sull’isola di San Servolo, proprio di fronte a Venezia. L’isola fu manicomio dal 1725 al 1978. Ogni giorno ho trascorso la mattinata nell’archivio dell’ex-manicomio e il pomeriggio e la notte a scrivere. In un altro ottobre non così lontano nel tempo (per l’esattezza l’11 ottobre del 1944), dall’isola di San Servolo vennero "ritirati" – questo l’orribile termine burocratico che leggo sulle loro cartelle cliniche – gli ebrei presenti nel manicomio e deportati verso i campi di sterminio tedeschi. Ho guardato i loro visi, ho riletto le loro storie nelle cartelle cliniche, nel tentativo di restituire loro qualcosa, che non sarà comunque mai abbastanza, e di ridare a loro la parola. La loro storia non è conosciuta: la mia missione è farla conoscere. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, abbiamo bisogno di ritrovare queste donne e questi uomini da qui "ritirati". Nel corso della lavorazione del ciclo di canzoni – aggiunge Gazich – preziosissima è stata la frequentazione con lo storico Marco Borghi e con il cantautore Gualtiero Bertelli: l’uno mi ha fatto entrare da San Servolo nell’affascinante e inquietante geografia dell’arcipelago sanitario di Venezia; l’altro mi ha aiutato a sciacquare i panni del mio veneziano nella sua laguna.
Ho scelto di fare memoria coinvolgendo attivamente anche il significante, le parole, che divengono mattoni di memoria per costruire canzoni-case di memoria..
