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9 settembre 2018 > Dal buio alla luce. Lia Finzi e Michele Gazich: memoria del futuro

 
Villa Hériot, Casa della Memoria e della Storia
Giudecca-Zitelle 54/P
Domenica 9 settembre 2018, ore 10.30


Dal buio alla luce

Lia Finzi e Michele Gazich: memoria del futuro, parole e musiche

In occasione del 90° compleanno, Lia Finzi e Maria Teresa Sega presentano il racconto autobiografico Dal buio alla luce (2018).

Negli anni travagliati della crisi della sinistra e della fine del Pci Lia Finzi non ha mai rinunciato all’impegno, agendo nelle associazioni di donne, nell’Anpi, nell’Iveser, nel sindacato pensionati. Soprattutto Lia Finzi è stata e continua ad essere una instancabile militante della memoria, andando nelle classi a spiegare a bambini e ragazzi che cosa sono fascismo razzismo, a partire dalla propria storia. Da questi racconti è nato questo libro.

a seguire

Presentazione in concerto di Temuto come grido, atteso come canto il nuovo album di Michele Gazich interamente scritto sull’isola di San Servolo che racconta, per la prima volta, la storia degli ebrei deportati dall’ospedale psichiatrico: con l’Autore dialoga Marco Borghi.

Michele Gazich: voce, violino, viola
Marco Lamberti: chitarra, bouzouki, seconda voce
Con la partecipazione straordinaria di Gualtiero Bertelli

Racconta Gazich: Ho scritto queste canzoni nell’ottobre 2017. Quel mese ho vissuto, ospite del progetto Waterlines – residenze artistiche e letterarie, sull’isola di San Servolo, proprio di fronte a Venezia. L’isola fu manicomio dal 1725 al 1978. Ogni giorno ho trascorso la mattinata nell’archivio dell’ex-manicomio e il pomeriggio e la notte a scrivere. In un altro ottobre non così lontano nel tempo (per l’esattezza l’11 ottobre del 1944), dall’isola di San Servolo vennero "ritirati" – questo l’orribile termine burocratico che leggo sulle loro cartelle cliniche – gli ebrei presenti nel manicomio e deportati verso i campi di sterminio tedeschi. Ho guardato i loro visi, ho riletto le loro storie nelle cartelle cliniche, nel tentativo di restituire loro qualcosa, che non sarà comunque mai abbastanza, e di ridare a loro la parola. La loro storia non è conosciuta: la mia missione è farla conoscere. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, abbiamo bisogno di ritrovare queste donne e questi uomini da qui "ritirati". Nel corso della lavorazione del ciclo di canzoni – aggiunge Gazich – preziosissima è stata la frequentazione con lo storico Marco Borghi e con il cantautore Gualtiero Bertelli: l’uno mi ha fatto entrare da San Servolo nell’affascinante e inquietante geografia dell’arcipelago sanitario di Venezia; l’altro mi ha aiutato a sciacquare i panni del mio veneziano nella sua laguna.
Ho scelto di fare memoria coinvolgendo attivamente anche il significante, le parole, che divengono mattoni di memoria per costruire canzoni-case di memoria..

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Festival delle Arti Giudecca Sacca Fisola 
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