PROGETTI & RICERCA
Resistere senz’armi
Un altro importante progetto di ricerca promosso dall’Iveser. Obiettivo del progetto è quello di riordinare, inventariare, valorizzare e rendere fruibile online un importante fondo archivistico che testimonia l’attività della Federazione provinciale di Venezia dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia e dall’Internamento e Guerra di Liberazione (Anrp), soprattutto la considerevole sezione delle schede biografiche personali dei reduci dall’internamento militare nei campi di concentramento nazisti dell’Europa del Nord (soprattutto Germania e Polonia) che nel dopoguerra aderirono all’associazione; per questa sezione è prevista la creazione di uno specifico database informatico che potrà essere liberamente consultato nel sito dell’Istituto.
La rilevanza del progetto acquista, inoltre, un ulteriore e significativo valore in quanto si l’attuale documentazione riguardante gli Internati militari italiani è frammentaria e parziale: su un complesso di oltre 700.000 internati esistono dati e informazioni solo per 30.000/35.000 persone; inoltre la scarsa documentazione (registri, elenchi, notizie e corrispondenza) conservata in archivi pubblici e privati è per lo più esclusa dalla consultazione o in attesa di riordino e catalogazione.
La catalogazione del fondo documentario consentirà la redazione di un inventario che agevolerà la consultazione del materiale stimolando così nuovi studi e ricerche utili per conoscere questa recente pagina di storia trasmettendola anche alle nuove generazioni.
Vi è, infine, una motivazione di carattere “etico” e “morale”: un doveroso riconoscimento a tanti uomini, in gran parte di giovane età, che con la loro coraggiosa scelta contribuirono alla rinascita di un sentimento patriottico e alla ricostruzione del tessuto civile e democratico del nostro Paese, lacerato dopo vent’anni di fascismo e cinque di una terribile e devastante guerra mondiale.
Il fondo archivistico
a) Storia archivistica del fondo
L’archivio della Federazione provinciale di Venezia dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia e dall’Internamento e Guerra di Liberazione (Anrp) è stato versato all’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser) dal suo Presidente, prof. Egidio Simonetto, tra la fine del dicembre 2008 e l’inizio gennaio 2009 a seguito del mancato rinnovo da parte del Demanio della locazione della sede storica dell’associazione (assieme ad altre associazioni d’arma) in campo San Severo a Venezia (nel primo dopoguerra tutte le associazioni erano ospitate a Palazzo Reale in Piazza San Marco); un intervento tempestivo, quello effettuato dall’Istituto, che ha evitato la probabile dispersione di questa documentazione. Assieme al materiale documentario, fotografico e iconografico sono stati donati anche oggetti, cimeli, mobili e arredi, tra cui il bozzetto in gesso del monumento al “Caduto ignoto della prigionia” (opera dello scultore Angelo Franco) inaugurato nel 1951 ai Giardini di Castello a Venezia.
b) Datazione e consistenza
Gli estremi cronologici della documentazione conservata nel fondo sono i seguenti: 1943-1993 (con numerosi documenti anteriori al 1945, soprattutto nei fascicoli personali). La consistenza è di 67 tra scatole e faldoni, mentre sono 4/5.000 schede nominative individuali.
Presentazione del progetto
Consulta l'inventario del fondo
c) Descrizione del fondo
La documentazione, particolarmente consistente, può suddividersi in due diverse tipologie corrispondenti a due specifiche sezioni. La prima sezione (circa 60 tra scatole, faldoni e altri fascicoli e carte “sciolte”) testimonia l’attività svolta dall’Associazione (eretta a livello nazionale ad Ente Morale il 30 maggio 1949) dalla sua costituzione, nell’immediato dopoguerra, fino al 2008; gran parte del materiale (corrispondenza, relazioni, verbali, elenchi degli associati, certificati, schede nominative) documenta gli interventi e l’attività di carattere organizzativo ed assistenziale svolta dall’Anrp, e dalle sezioni distribuite in tutto il territorio provinciale (da Cavarzere a Portogruaro), in favore e sostegno dei reduci dai campi di prigionia (Africa, India, America del Nord, Inghilterra) e, soprattutto, dei numerosi militari italiani catturati dalle truppe tedesche dopo l’annuncio dell’armistizio 8 settembre 1943 tradotti ed internati nei lagernazisti in Germania e in Polonia. L’analisi della documentazione consentirà non solo una puntuale ricostruzione delle proporzioni dei prigionieri e degli internati militari veneziani, ma pure individuare con precisione tutte le misure e le azioni che furono attuate per favorire il difficile reinserimento nella vita civile di migliaia di persone che avevano scelto di non collaborare con il regime nazista e la Repubblica sociale italiana.
Da una veloce ricognizione preliminare, inoltre, si sono rinvenuti anche altri importanti documenti riguardanti le vicende di alcuni perseguiti razziali deportati nei campi di sterminio nazisti (come le sorelle Amalia e Lina Navarro, tra le pochissime cittadine veneziane di religione ebraica sopravvissute ai lager di Auschwitz e Berger Belsen) che rendono ancora più prezioso il fondo archivistico.
La seconda sezione invece, che assume un grande interesse e un indiscutibile spessore storico/documentario, si compone della serie delle schede biografiche che raccolgono migliaia di pratiche e schede personali (circa 4/5.000) di reduci e internati militari provenienti da tutta la provincia di Venezia. Tale documentazione permette la puntuale ricostruzione di percorsi individuali e collettivi delineando, attraverso un’analisi incrociata delle informazioni inserite, un significativo e attendibile “spaccato”, anche dal punto di vista statistico/quantitativo, della reale proporzione dei militari della provincia di Venezia internati dal regime nazista nei campi di concentramento dell’Europa del Nord.
Team di progetto
Coordinamento scientifico e organizzativo: Marco Borghi.
Catalogazione, data entry, riversamento online fascicoli personali: Teresa Bernardi, Stefania Bertelli, Giulio Bobbo, Marilena Busetto, Nicolò Da Lio, Giulio Labbro Francia, Martina Ravagnan, Mariasilvia Santi, Alice Vago, Federica Veratti.
Inventariazione, catalogazione, riversamento online archivio documentario: Giovanni Sbordone.
Tempistica di realizzazione
Lo svolgimento del progetto sarà disciplinato seguendo la seguente tempistica:
a) ricognizione e riordino sommario del materiale documentario (15 giorni);
b) inventariazione e catalogazione informatica (3 mesi);
c) redazione del database delle schede biografiche (3 mesi);
d) conclusione del progetto e presentazione pubblica.
I tempi di realizzazione, regolati secondo il cronoprogamma esposto, sono dunque stimati in circa sei/otto mesi; il progetto è iniziato nel mese di marzo 2012 e si prevede la sua conclusione l’autunno 2012. Sono previsti dei report intermedi per monitorare l’andamento del lavoro e il rispetto della tempistica progettuale.
Sull’esito del progetto si veda Stefania Bertelli e Giulio Bobbo, Resistere senz’armi. Ricerca e divulgazione sulla storia degli internati militari veneziani, “Venetica”, 2/2015.
Sostegno e patrocini
Il progetto ha ricevuto un contributo da parte della Regione del Veneto secondo quanto disposto dalla Legge Regionale 29/2010 “Norme in materia di promozione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell’antifascismo, della resistenza e dei correlati eventi accaduti in Veneto dal 1943 al 1948”.
Il Comune di Venezia ha patrocinato l’iniziativa.