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“Andar Sevénte, tornar Dosàna” Pòpi: sguardi da un trasto

“Andar Sevénte, tornar Dosàna”
Pòpi: sguardi da un trastoSpettacolo teatrale di e con Moira Mion
Tratto da una ricerca di Meme Pandin” … Pòpi va per i settanta, non torna in baréna da cinquanta anni, dalla resistenza e dalla liberazione, e sa che questa è l’ultima volta.
L’accompagna suo figlio Meme, sfidando le secche dentro ai ghebi, cercando la via tra tamerici e salicornie. Insieme, in cerca di quel che resta dell’isola dove Pòpi ha trascorso tanto tempo nella sua infanzia, in cerca del “baso de l’acqua e la barca”, un ricordo che certe volte “mòrsega”.
Da un tràsto una Pòpi adulta, più volte madre, nonna, osserva e descrive in maniera lucida i fatti della sua esistenza, non priva di ironia: “se me metevo a vendère capèi el mondo nasseva senza testa!”. Popi srotola e ci invita a toccare quel filo d’acqua che la lega a Chioggia, a Valle di Rivòla detta El Barenòn, a Marghera. Un unico filo fatto della medesima acqua e dello stresso respiro, quando il respiro di una donna si fa respiro della barèna, è sevènte e dosàna, cresce e cala, apre e chiude, è l’alternarsi delle maree dell’esistenza …”
Iniziativa organizzata nell’ambito del Festival delle Arti Giudecca – Sacca Fisola
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Settembre 15 @ 17:30
17:30 — 20:00 (2h 30′)

Giudecca-Zitelle 54/P, Venezia, Villa Hériot

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