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Il banco vuoto

Maria Teresa Sega, Il banco vuoto. Scuola e Leggi razziali. Venezia 1938-45
Verona, Cierre, 2018, pp. 156, € 16,00 (con il patrocinio dell’Iveser)
Per acquisti scrivere a info@iveser.it

1938: il razzismo è legge dello Stato. Entra nella vita quotidiana, nelle aule scolastiche, nelle menti e nei cuori delle persone. Presidi e insegnanti, ligi esecutori di ordini ministeriali, li applicano con burocratica freddezza. Ci giunge testimonianza di un solo direttore che usa parole di conforto nei confronti di un alunno fatto uscire dall’aula e lasciato in cortile da solo: «Coraggio, verranno tempi migliori». Che cosa accadde agli studenti ebrei veneziani dopo l’emanazione dei Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista? Il libro racconta i loro vissuti attraverso le testimonianze dei protagonisti: bambini e bambine cacciati dalla scuola elementare, ragazzi e ragazze che non possono iscriversi alla secondaria, sorridenti nelle fotografie di classe. Di lì a poco – novembre 1943, quando anche gli ebrei italiani sono dichiarati “stranieri” e “nemici” e segue l’ordine di arresto – si abbatte su loro e le loro famiglie la persecuzione nazifascista. Bisogna fuggire, nascondersi, cambiare nome per mettersi in salvo, sfuggire alla deportazione. Molti i salvati, grazie anche all’aiuto di amici o di sconosciuti che non hanno abdicato al senso di umanità.

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