Ebrei stranieri in Veneto. Storie di fughe e internamento (1933-43), a cura di Antonio Spinelli, pp. 240, € 15,00
Il nuovo fascicolo di “Venetica” (2/2022)
Illuminare le storie degli ebrei stranieri presenti in Veneto tra il 1933 e il 1943 e ricostruire il contesto fatto di fughe dai paesi di origine e internamento in Italia significa comprendere le politiche del fascismo nei loro confronti. Maturate negli anni Trenta e finalizzate con le leggi del 1938, tali politiche implicarono discriminazione, isolamento ed espulsione. Decisioni che furono il primo punto di svolta per chi in Italia e nel Veneto aveva provato a darsi una nuova progettualità e che ora vedeva messa in discussione anche la propria identità. Con l’ingresso in guerra, il fascismo destinò gli ebrei stranieri ai campi di concentramento e all’internamento libero. Quest’ultima forma di restrizione della libertà portò il Veneto a diventare la regione con il maggior numero di internati. La ricerca ha permesso di delineare come gli ebrei arrivarono nelle province venete, la vita quotidiana, i rapporti con la popolazione locale e con le autorità, fra aiuti e delazioni, fermandosi sulla soglia del periodo delle deportazioni.