Nel 1950 la sezione dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia (ANRP) di Venezia presentava il progetto per un monumento dedicato ai caduti in prigionia, da erigersi nei giardini di Castello divenuti, fin dall’800, il principale spazio cittadino deputato alla monumentalistica civile e patriottica. Il progetto era opera del presidente dell’ANRP veneziana, l’ingegner Angelo Forcellini Merlo, mentre la parte scultorea fu affidata all’artista Angelo Franco. Così i progettisti spiegavano la scelta della figura mitologica raffigurata, in bassorilievo, sulla stele in pietra d’Istria: “il Prometeo, incatenato da Giove per aver rapito al cielo il fuoco, sta a simboleggiare la volontà indomita che non si piega e nessuna tirannide: preferisce la sofferenza e la morte”.
Del monumento venne dapprima realizzato un modello in scala ridotta, che fu esposto nel negozio Vittadello a S. Luca per promuovere la sottoscrizione pubblica necessaria a finanziare l’opera. Il monumento dei Giardini venne inaugurato e donato alla città il 30 settembre 1951.
Questo il testo sul bassorilievo: "Pati e mori / maluimus / quam servire / ANRP / Ai caduti in prigionia / I reduci di Venezia / MCMXL MCMXLV"
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