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Monumento alla Partigiana Murer

 

 
Il 27 luglio 1961 una bomba neofascista distrusse il monumento alla partigiana dello scultore Leoncillo Leonardi, inaugurato nel 1957. Dopo l’attentato la giunta comunale di Venezia s’impegnò per la immediata ricostruzione e indisse un concorso per un nuovo monumento la cui realizzazione fu assegnata allo scultore cadorino Augusto Murer (Falcade 1922 – Padova 1985), autore di altri monumenti dedicati alla memoria partigiana. Murer ideò la scultura di bronzo raffigurante una donna morta, le mani ancora legate, appoggiata su una base in ferro e pietra, progettata da Carlo Scarpa, nella laguna prospiciente la riva dei Giardini della Biennale. Nelle intenzioni di Scarpa il piano si sarebbe dovuto alzare e abbassare seguendo le maree, creando un suggestivo effetto visivo, ma non si riuscì mai a farlo funzionare. Il monumento venne inaugurato il 25 aprile 1969. Com’è noto, la nuova Partigiana di Murer avrà caratteristiche e significati assai diversi rispetto a quella realizzata da Leoncillo: rappresenta una donna morta, con le mani legate, presumibilmente torturata, che – distesa – affiora a pelo d’acqua davanti alla Riva dei Giardini. Simbolo di dolore e sacrificio, testimonia anche il mutamento di clima degli anni Sessanta: da un lato il prevalere, nel ricordo, del dramma e della sofferenza, piuttosto che del trionfo per la vittoria sulla dittatura, dall’altro l’orrore e la paura per i segni di risveglio di quel mostro che si pensava sconfitto per sempre.
Dopo alcuni interventi di restauro, il 6 giugno 2009 il monumento è stato restituito alla cittadinanza alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e delle partigiane venete ancora viventi.
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